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Giuseppe Zambon riconfermato presidente del  Panathlon Club Venezia

 

Già programmata per giovedì 20 gennaio e rinviata a causa dell’aumento dei contagi registrato all’inizio del 2022, l’Assemblea Elettiva del Panathlon Club Venezia si è svolta regolarmente mercoledì 16 febbraio, presso l’hotel Ca’ Sagredo.

Alla presenza di un nutrito numero di soci, è stato riconfermato Presidente del sodalizio, per il 2022-2023, Giuseppe Zambon che ha avuto l’onore e il piacere di guidare il Club nel difficile biennio appena concluso. Come sottolineato nella relazione sull’attività svolta dal Club nel 2021, Zambon ha affermato che poteva sembrare semplice stilare un elenco delle iniziative portate a termine in un anno in cui limiti e problemi non sono mancati, ma, alla fine, l’anno passato è stato denso di contenuti grazie agli eventi di alto spessore organizzati, per merito delle sinergie tra Consiglio e soci, che hanno garantito tante soddisfazioni al Club.

A fianco del Presidente, sono stati eletti nel Consiglio direttivo: Giuseppe Berton, Massimo Carlon, Umberto Cenedese, Paolo Chiaruttini, Antonella Gierardini, Roberta Righetti, Giovanna Rizzo, Alberto Scremin Diego Vecchiato. Gli incarichi e le nomine necessarie per completare l’organigramma del Consiglio saranno definite nella prima riunione dello stesso programmata per lunedì 21 febbraio. Nel Direttivo è entrato, di diritto, il past President Piero Ragazzi.

Per il Collegio Arbitrale e di Garanzia Statutaria sono stati eletti: Maurizio Monego, Gianni Darai, Aurelio Minazzi,; supplenti, Gianantonio Simoni e Luciano Menegon.

Per il Collegio dei Revisori Contabili sono stati eletti: Malagnini Anna, Paolo Minchillo, Maurizio Darai; supplenti, Andrea Bedin e Adone Agostini.

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Dopo la sua riconferma, le prime parole del Presidente sono state di ringraziamento per la fiducia nuovamente accordatagli. Nella sua relazione programmatica per il 2022, Zambon ha evidenziato la necessità di far conoscere il più possibile all’esterno l’attività e la missione sportiva del Club di Venezia e di tutto il Movimento panathletico che da esso è nato. “Il Panathlon”, ha aggiunto, “deve sempre essere in prima fila per promuovere ogni sport e la pratica sportiva di base”, evidenziandone le primarie funzioni educative e salutari. Non sono mancati, poi, i riferimenti ai progetti avviati con l’Amministrazione comunale della Città di Venezia e con alcune Società sportive locali. Ha ricordato, inoltre, l’auspicata ripresa delle Panathliadi, i giochi-sport che coinvolgono ormai più di 20 scuole medie della Città metropolitana, e il progetto avviato lo scorso anno sui temi dell’inclusione. Nel sensibilizzare a garantire un ringiovanimento del corpo sociale, proprio perché lo sport è in grado di unire idealmente tutte le fasce d’età, Zambon ha presentato anche alcune iniziative legate all’aggregazione tra soci. Particolare risalto è stato dato a quello che è considerato un autentico fiore all’occhiello del Club: il Panathlon Day che, oltre al Premio studente-atleta, giunto ormai alla 50a edizione, vedrà sfilare e premiare titolati campioni sportivi sul palco del Teatro Goldoni, gentilmente concesso dall’Amministrazione comunale.

Nel chiudere il proprio intervento, il Presidente ha richiamato i Soci alle importanti sfide che attendono il Club nel prossimo futuro; sfide che dovranno essere affrontate con generosità, impegno e volontà di collaborazione, nella consapevolezza che ogni Socio, in una visione olistica, è il Club. Il compito primario al quale ognuno è chiamato è quello di consolidare l’orgoglio dell’appartenenza, riaffermando il patrimonio valoriale, promuovendo la cultura del Panathlon e quello della Fondazione Domenico Chiesa. In sintesi, rafforzare la coscienza panathletica per dare impulso e certezza al percorso che da qui al 2026 ci condurrà prima verso le celebrazioni del 75° anniversario della fondazione del Panathlon passando poi attraverso l’evento sportivo per eccellenza: le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

Nel corso della conviviale è stato presentato un nuovo socio: Andrea Rizzo che è stato inserito nella categoria giudici di gara grazie alla sua riconosciuta esperienza maturata negli sport invernali. Atleta polivalente, in gioventù ha praticato lo sci alpino e l’Atletica Leggera. Attualmente è Presidente dello Sci Club Serenissima. Nel 2015 ha ricevuto la Stella d’ Argento al Merito Sportivo per i tanti anni continuativi di attività dedicata allo sport (oltre 20).

16 Dicembre 2021 – A Ca’ Sagredo la Cena degli Auguri


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Panathlon Club Venezia ha chiuso l’anno sociale con la tradizionale festa degli auguri.

Nella splendida Sala della Musica di Palazzo Ca’ Sagredo i panathleti veneziani e i loro ospiti si sono scambiati gli auguri per le imminenti festività, e i doni offerti dal Club e dai singoli partecipanti. Si è concluso l’anno del Settantennale in clima di speranza di poter realizzare i service, che saranno nel programma che sarà presentato nell’Assemblea del prossimo 20 Gennaio, che si spera di poter celebrare in presenza.

 

 

 

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La serata ha registrato il commiato di Luca Ginetto dal Club, per entrare a far parte del Panathlon Club di Perugia, dove si è trasferito per il suo lavoro di Capo redattore della Sede RAI dell’Umbria. Standing ovation per Luca, per quello che ha fatto per il club e la promessa del Presidente Giuseppe Zambon di creare il gemellaggio con il Club di Perugia, la cui origine – come ricordato da Luca – ha avuto qualche rapporto con personalità del nostro Club. L’ultima azione di questo tormentato 2021, andato in porto nonostante le difficoltà del panorama sanitario, sarà la sottoscrizione del gemellaggio dei Club delle Quattro Repubbliche Marinare. Ideata e promossa dal nostro presidente Giuseppe Zambon, l’iniziativa vedrà riuniti i Panathlon Club di Genova, Pisa, Salerno – nel cui territorio di competenza si colloca Amalfi - e Venezia.

La sottoscrizione sarà siglata a Genova in occasione del recupero del Palio delle Repubbliche Marinare che si svolgerà il 18 e il 19  Dicembre 2021.

 

 

 

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Altre foto sono visibili alla pagina Facebook  https://www.facebook.com/panathlonclubvenezia

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120 ANNI DELLA REALE SOCIETA’ CANOTTIERI “QUERINI”

 

Ca’ Sagredo è un Palazzo del XV secolo affacciato sul Canal Grande, tra la Ca’ D’Oro e il Ponte di Rialto, riconosciuto come Monumento Nazionale, conserva ancora intatta, dopo 5 secoli di storia, la bellezza tipica delle dimore nobiliari di Venezia. Non mancano all’interno le testimonianze di un passato glorioso, tra cui magnifici capolavori d’importanti pittori veneziani del XVII e XVIII secolo, che si possono ammirare nella maggior parte degli ambienti di questo nobile palazzo. Una cornice storica particolare e adeguata per la celebrazione del 120° anniversario dalla fondazione della Reale Società Canottieri Querini di Venezia da parte del Panathlon Club.  Il Presidente Zambon, dopo aver ricordato le origini della gloriosa Società, ha lasciato la scena all’ing. Alfredo Baroncini, Presidente della Società Querini, al PastPresident Guido Sesani, già Presidente del Panathlon Club Venezia, al PastPresident Marco Ghinami e ad Alvise Bottoni, Direttore Sportivo.

Attraverso la proiezione di un bel video di presentazione sulla storia e l’evoluzione della Società, sono stati presentati alcuni dei momenti più significativi tra cui segnaliamo il richiamo alla “disdotona”, la barca a remi più lunga al mondo e vanto storico della Querini, la partecipazione dei propri atleti del Canottaggio a ben due Olimpiadi, l’onore di aver portato, nel 1956, la fiaccola per l’apertura dei VII Giochi Olimpici di Cortina d’Ampezzo, dall’aeroporto a San Marco (1), l’alto numero d’iscritti raggiunto negli anni ’70 con presidente l’indimenticato Dino Sesani. Particolare risalto, poi, è stato dato al percorso sportivo degli ultimi anni, per riaffermare in modo incisivo la “mission” del sodalizio: offrire ai ragazzi la possibilità di praticare sport in totale sicurezza in questo periodo di pandemia.

Gli allenatori, tutti volontari e innamorati della voga, hanno trasmesso la loro passione a decine di ragazzi attraverso un’esperienza di pratica sportiva che resterà  per tutta la vita.

La diffusione di valori come la solidarietà, il sostegno reciproco, l’inclusione è stata attività di riferimento quotidiano verso i giovani praticanti nella fase di preparazione alla partecipazione al più importante evento della Città: la Regata Storica. Sono stati poi messi in risalto gli altri settori: la canoa, con tante medaglie e buoni piazzamenti, e la “voga in piedi” dove è arrivato anche un titolo italiano nella categoria Cadetti. Grazie alla guida dell’ing. Alfredo Baroncini, attualmente riconfermato Presidente della Società, la Querini, nel 2021, ha di fatto raddoppiato il numero dei tesserati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E proprio il Presidente Baroncini ha iniziato il giro d’interventi, esprimendo quale sia lo spirito che ispira il sodalizio e quali siano le difficoltà e le speranze per il futuro. A seguire, il Direttore Sportivo Alvise Bottoni ha evidenziato i risultati ottenuti, l’abnegazione degli istruttori  e  i principi sportivi ed educativi seguiti.

 Il dibattito che ne è scaturito,  favorito da un clima di goliardica “rivalità” tra esponenti delle varie società remiere della città, ha consentito di mettere in risalto lo spirito competitivo tra le stesse, ma anche l’obiettivo comune ben sintetizzato alla fine dal Direttore Sportivo:

“La Reale Società Canottieri Querini sta insegnando alle nuove generazioni ad amare l’acqua e l’ambiente lagunare, a vivere in simbiosi con questi elementi per diventare parte attiva della vita di questa città. Non spettatori, dunque, ma protagonisti. 

A tutti i ragazzini insegniamo che la voga non è puro agonismo, è anche tradizione e cultura, è socialità nell’apprezzare il gusto dello stare in compagnia per condividere emozioni che poi si ricorderanno per tutta la vita”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guido Sesani e Giovanni Croff hanno poi contribuito a rammentare la storica e “sana” competizione tra Canottieri Querini e Canottieri Bucintoro. Entrambi hanno tenuto a rilevare, comunque, che Domenica 7 novembre 2021 è stata una delle giornate più belle del 2021. Le due società più che centenarie di Venezia si sono sfidate in una regata su mascarete con equipaggi misti. Un evento da mettere a calendario ogni anno.

Sono state affrontate anche le problematiche riguardanti un possibile campo di regata permanente in Venezia, al sostegno logistico delle remiere e ai progetti didattici negli istituti scolastici. 

Un accenno anche al bellissimo corteo di barche della Querini tenutosi in Canal Grande, domenica 24 ottobre, per celebrare i 120 anni. Sfidando il vento di bora, il corteo, con tanti giovanissimi al remo, è giunto fino ai Giardini, dove, alla presenza della Famiglia Foscari, è stata deposta una corona d’alloro al monumento di Francesco Querini, l’esploratore veneziano al quale è dedicato un profilo in altra parte di questo notiziario.

Recentemente la Querini ha ricevuto dalle mani del Patriarca Francesco Moraglia l’importante Premio San Teodoro con questa motivazione: ”La Reale Società Canottieri Querini ha rappresentato nel difficile momento della pandemia un esempio di venezianità e resilienza”.

Al termine della serata, il Presidente Zambon ha consegnato specifici riconoscimenti ai relatori intervenuti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’occasione, analogo riconoscimento è stato conferito anche al Vice Presidente dell’ASD Orienteering Laguna Nord Venezia Andrey Dalla Mora quale segno tangibile di riconoscenza per la collaborazione tecnica prestata dall’Associazione in occasione dell’organizzazione della 1^ Passeggiata Orientistico-culturale svoltasi sabato 25 settembre 2021.

 

 

 

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  1. Per la cronaca, da San Marco, dove è stata benedetta dal Patriarca, la fiaccola è stata portata fino a Mestre (lungo il Canal Salso, fino “alle Barche”) dalla Dodesona della Bucintoro. Da qui la torcia è stata portata fino Mogliano, al confine della Provincia di Treviso, da 20 tedofori veneziani.

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PANATHLON VENEZIA - SERATA DEDICATA  A “VELA TRADIZIONALE E VELA MODERNA”

 

Il Panathlon Club Venezia, dopo la pausa estiva,  ha ripreso la propria attività istituzionale trattando un tema che ha affascinato i molti soci presenti e i loro ospiti. Due i motivi che hanno reso speciale la riunione di giovedì 23 settembre: la sala del Centro di eccellenza della Compagnia della Vela a San Giorgio Maggiore e la bravura dei relatori. Dopo il breve saluto del Presidente della Compagnia della Vela Pier Vettor Grimani che ha anche esposto quanto il Circolo ha realizzato nel periodo pandemico, con particolare riferimento all’attività giovanile, il Presidente del Panathlon Club Venezia Giuseppe Zambon ha elencato gli eventi del Club che hanno caratterizzato il mese di settembre del settantesimo anniversario della fondazione del Club primigenio e, quindi, del Movimento panathletico internazionale. Aver sfilato nel corteo della Regata storica con una balotina, messa generosamente a disposizione dalla Remiera Settemari, recante le insegne del Panathlon, è motivo di orgoglio di veneziani e di gratitudine per chi ha reso possibile quest’onore. L’arrivo in Piazza San Marco della Route6, il percorso cicloturistico, patrocinato dall’Area 1 e dal Distretto Italia del Panathlon International, è stato l’omaggio con cui le istituzioni panathletiche hanno voluto festeggiare la ricorrenza. Partiti da Rapallo, sede internazionale, percorrendo le strade di tre regioni e con il coinvolgimento dei Panathlon Club dei territori attraversati, 22 ciclisti hanno completato le varie tappe predisposte da un perfetto “patron” come Andrea Morelli, che ha saputo disegnare un percorso sicuro e accattivante dettagliatamente programmato. Il Presidente Giuseppe Zambon ha ricordato anche la partecipazione del Club alla giornata di Sport City, la manifestazione patrocinata dall’ANCI, da Sport e Salute e da altri titolati Comitati, che ha reso concreta la collaborazione con l’Assessorato allo Sport della Città di Venezia. Da ultimo, il presidente ha ricordato la “1^ passeggiata orientistica lungo le calli di Venezia”, in programma per sabato 25 settembre, anch’essa inquadrata nelle manifestazioni del settantennale e inserita ufficialmente nel calendario eventi della Settimana europea dello Sport e dei festeggiamenti per i 1600 anni di Venezia.

Introdotto da Pietro Lando, scrittore e figura emblematica della “Vela al terzo”, il giornalista Silvio Testa ha svolto un’interessantissima relazione storica e tecnica per illustrare le caratteristiche di questa modalità di navigazione appartenente alla famiglia delle vele auriche (trapezoidali, fissate per tre lati, sul lato prodiero all’albero, nella parte superiore sul picco e nella parte inferiore sul boma), dalle quali le vele al terzo si differenziano per non essere inferite sull’albero, disponendosi libere, parte verso la prua della barca e in gran parte verso la poppa.

 La relazione ha poi tratteggiato la sua evoluzione per le varie tipologie di barche e come si sia trasformata in attività diportistica. Antesignana della vela Marconi (vela triangolare a poppa dell’albero con caduta prodiera lungo lo stesso e con angolo di penna fissato alla sua parte superiore; la base è regolata dal boma), la vela al terzo rappresenta la tradizione della navigazione a vela lagunare.

 Diffusa in varie parti del mondo, senza che si siano potuti trovare rapporti reciproci (come ad esempio per le giunche cinesi descritte da Marco Polo), nei nostri mari comparve nel corso del Seicento, secolo nel quale i chioggiotti iniziarono ad affrontare la pesca d’altura, come mostra la Mariegola della Scuola di Sant’Andrea de’ Pescadori (1569).

La prima regata velica di cui si abbia traccia a Venezia si svolse nel 1887, per festeggiare l’arrivo della luce elettrica al Lido, e fu una sfida tra bragozzi, poi negli anni seguenti il movimento agonistico pian piano crebbe (nel 1919 fu fondata la Compagnia della Vela), per la più parte, però, incentrato ancora sulle barche tradizionali pescherecce, come ad esempio la regata che si svolse il 10 agosto 1939 per onorare la presenza del ministro del Reich Joseph Goebbels, a Venezia per inaugurare la VII Mostra del Cinema. Vi parteciparono 447 barche, delle quali solo 56 da diporto: quasi una sorta di “barcolana” veneziana.

Fra la presentazione di “topi” veneziani e “batèli a pisso”, il relatore nella sua esposizione ha raccontato diverse curiosità e particolari aneddoti, come quello del mitico “Quarnaro” di Aldo Voltolina e dei fratelli Serafin, il “topo” da battere degli Anni Trenta, e la nascita (1950) del Diporto Velico proprio sulla spinta degli appassionati di vela al terzo.

La vicenda del “Quarnaro” merita di essere brevemente raccontata. Era il 1926 quando Voltolina e i fratelli Serafin si resero protagonisti di una vera “folle” impresa. Avendo ottenuto buoni risultati a scuola, i tre amici diciassettenni ebbero l’autorizzazione di effettuare una crociera sino a Grado. I tre invece sconfinarono in acque jugoslave e dopo aver trascorso una notte in guardina a Sebenico (!) furono affidati a un trabaccolo italiano che doveva navigare verso Trieste. Voltolina e i fratelli si ripresero il “Quarnaro” al largo di Pola e come ha raccontato Silvio Testa: “Trovarono mare fatto di Scirocco e navigarono col solo trinchetto al posto della randa, sgottando la barca con la pentola della pastasciutta, poi, arrivati al Faro di Piave Vecchia, anziché entrare in Laguna fecero ancora l’ultimo tratto in mare approfittando della Tramontana portata da un temporale. Giunti di notte nel rio sottocasa, per non disturbare le famiglie dormirono in barca!”.

La vela moderna è stata presentata da Cesare Bozzetti, pluricampione con 13 titoli mondiali conquistati, panathleta veneziano dal 2018, quando di titoli ne aveva in bacheca “soltanto” 10. Con l’ausilio d’immagini e brevi filmati ha descritto le regate di maxi-yacht a cui partecipa, soffermandosi sulle evoluzioni tecnologiche delle imbarcazioni che trovano oggi la massima espressione nelle regate di Coppa America.

Dalla presentazione delle specifiche dei compiti degli equipaggi, che arrivano a essere composti anche da 22 persone negli yacht di 70 piedi e più, dalle sofisticate telemetrie usate e dal rapporto stretto fra equipaggio e progettisti con la creazione di specifici software, emerge un quadro che autorizza a pensare che “oggi la vela è impersonale”. Altra cosa dalla vela al terzo e dal ricordo di una marineria romantica, dove le sensibilità del navigante per cogliere il vento buono osservando le increspature dell’acqua o di leggere la meteorologia nei profumi e nei capricci del vento, o anche la capacità manuale di cucire una vela o di riparare qualsiasi rinvio o manovra, facevano la differenza. Oggi, come Bozzetti ha mostrato, le previsioni meteo prima e durante una regata sono così dettagliate da non lasciare spazio all’intuizione e all’imprevisto; le manovre degli equipaggi sono “protocollate” in funzione della forza del vento: una virata sotto ai 9 nodi va impostata in modo differente da una simile con vento superiore.

Ne è risultato un confronto fra due mondi completamente diversi, ma cultura vuole che un legame si trovi sempre. Dalla tradizione antica sono maturate conoscenze ed evoluzioni che negli ultimi anni hanno assunto una velocità che solo la tecnologia informatica nella progettazione e nella gestione delle barche ha reso possibile e ha finito per comprimere le doti dei naviganti o quantomeno per trasformarle. Se questo sia un bene o se avvenga troppo in fretta può essere materia di discussione e tante sono le valutazioni che può suscitare. L’importante è non perdere di vista la bellezza di una barca, qualunque essa sia, che solca il mare affidata a uomini che hanno maturato esperienze che solo una solida cultura marinaresca può far loro apprezzare e applicare al meglio.

Tradizionale o moderna che sia, Viva la vela!

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15 MAGGIO 2021- PANATHLON CLUB VENEZIA

E IL 69° RAID PAVIA - VENEZIA

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Finalmente i panathleti veneziani si sono ritrovati per la prima conviviale in presenza. Diversamente dalla consuetudine, l’incontro si è svolto all’ora di pranzo e l’argomento centrale è stato la presentazione del 69° Raid di motonautica Pavia - Venezia.

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Relatori della giornata sono stati Angelo Poma, membro del comitato organizzativo e responsabile della direzione di sede dell’Associazione Motonautica Pavese, e Giampaolo Montavoci, responsabile dell’Associazione Motonautica veneziana. Insieme a loro anche Giorgio Chinellato responsabile del servizio di cronometraggio della manifestazione.

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Il Presidente del Panathlon Club Venezia ha introdotto l’argomento tracciando il legame storico tra le due città proprio grazie ad una manifestazione sportiva che partita nel 1929 si è interrotta 10 anni fa.

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Giampaolo Montavoci ha ricordato che la 69ª edizione del Raid sarà organizzata dall’Associazione Motonautica Pavia, in collaborazione con l’Associazione Motonautica Venezia e sotto l’egida della Federazione Italiana Motonautica. Questa edizione è particolare poi perché si svolgerà nella stessa data dell’esordio: il 6 giugno 1929 quando s’impose Ettore Negri.

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La gara di oltre 400 km, con partenza da Pavia e arrivo a Brondolo-Chioggia-Venezia nella stessa giornata, vedrà competere anche grandissimi nomi della motonautica e dello sport mondiale.

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La premiazione finale si terrà nello storico Arsenale di Venezia e sarà l’evento di chiusura del Salone Nautico di Venezia. Qui, durante la premiazione, si raduneranno le imbarcazioni più belle e i premiati del 69° Raid Pavia - Venezia.

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Montavoci ha espresso le sue emozioni più personali nei confronti di una gara che a suo modo di sentire ritiene più un’avventura da vivere con lo scopo di arrivare in fondo.

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Angelo Poma ha ripercorso la storia del Raid trasmettendo ai panathleti presenti la sua particolare sensibilità verso una manifestazione che ha fatto la storia della motonautica in Italia: “Il raid è stato sospeso per dieci anni per molteplici cause – ha continuato, Angelo Poma, la prima causa riguarda un discorso economico, perché il vecchio formato aveva costi molto alti. In seconda analisi, il numero degli iscritti era diminuito rispetto al passato. Infine, era rimasta la sola Motonautica di Pavia a organizzare il tutto senza più l’appoggio dei colleghi veneziani. Questa nuova edizione è stata realizzata, invece, assieme alla Motonautica di Venezia e, grazie alla riaffiorata nostalgia di molte persone, abbiamo trovato il modo di riorganizzarla aprendola anche alle imbarcazioni da diporto: chiunque abbia una barca che vada almeno a 60 l’ora, avrà la possibilità di partecipare a questa bellissima avventura. Ci saranno sempre le barche da corsa, gli offshore, le endurance, le moto d’acqua: professionisti, amatori e molto probabilmente anche le barche da corsa storiche, con alcuni ‘racer’ che hanno reso famosa la Pavia - Venezia negli anni passati”.

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Gli organizzatori contano di raggiungere almeno un centinaio d’iscrizioni. Poma ha poi descritto il percorso che dovranno compiere i concorrenti: “Il tempo cronometrato sarà preso solo a valle del Ponte Vecchio. Le imbarcazioni correranno la prima tratta da Pavia a Isola Serafini, lunga circa cento chilometri, e quando si arriverà al ponte di San Nazzaro di Monticelli d’Ongina (PC) ci sarà lo stop del cronometro con le barche che entreranno in conca. La vecchia conca di una volta creava parecchi problemi: bisognava utilizzare delle enormi gru per trasbordare le imbarcazioni, mentre adesso c’è una conca modernissima con una capienza enorme; quando le barche usciranno dall’altra parte della conca, il cronometrista farà ripartire il tempo. A Boretto Po (RE) ci sarà il punto di rifornimento carburante, qui ci sarà la neutralizzazione del tempo. Poi le imbarcazioni dovranno affrontare il terzo tratto cronometrato fino a Voltagrimana. Infine, a Taglio di Po (RO) le imbarcazioni s’immetteranno in canali di navigazione interna, dove ci sarà ancora un tempo neutralizzato, ma massimo di 60 minuti, per il trasferimento fino a Brondolo (VE) alle porte di Chioggia.

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Il Presidente Giuseppe Zambon, al termine della conviviale ha ricordato a tutti i presenti il programma delle celebrazioni del settantennale del Club e che potete leggere nell’apposita sezione.

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https://youtu.be/4VWKPvYNPNg

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