LA STORIA
LE ORIGINI-1951- LA FONDAZIONE [1]
L’idea di un Club di sportivi nasce dal Colonnello Mario Viali. Egli ne parla all’amico Domenico Chiesa che, quale allora segretario del Rotary Club di Venezia, doveva fornire il modello cui Viali voleva ispirarsi.[2]
Viene formato un Comitato promotore di sette persone, le stesse che costituiranno il primo Consiglio Direttivo: Viali, Brandolini d’Adda, Masotti, Chiesa, Coin, Colussi e Marini.[3]
Detto Comitato convocò le maggiori personalità sportive della Città, unitamente a giornalisti, medici e professionisti (per un totale di 45 persone) a una riunione indetta per le 20.30 del 6 giugno 1951, presso la sede del CONI nel palazzo di San Fantin, al civico 2004, Ponte della Veste.
Alla lettera di convocazione era allegata anche la bozza del primo statuto del costituendo Club, inizialmente denominato “... provvisoriamente ... SPORT”.
Dei dieci articoli citati vale la pena di ricordare i primi tre:
- contribuire a sviluppare relazioni amichevoli tra i propri Soci e tra le varie attività sportive;
- propagandare l’idea sportiva uniformandola ai più alti principi morali di rettitudine, cavalleria, serietà e disciplina;[4]
- propagandare la comprensione e la reciproca buona volontà tra gli sportivi a prescindere da qualunque interesse particolare, da convinzioni politiche, da classi sociali.
La riunione fissata per il 6 giugno viene disertata per colpa di un nubifragio che si abbatte sulla Città (nella successiva convocazione, Viali avrà occasione di scrivere che “solo un numero sparuto di eroi (9) riuscì a raggiungere la sede del CONI”). [5]
La riunione successiva viene così fissata per il 12 giugno sempre presso il CONI, e questa sarà ricordata come la data ufficiale di fondazione del Club il cui atto costitutivo è così ricordato:
“Premesso che lo sport, in tutto il mondo, ha preso uno sviluppo tale da poter essere considerato, sotto molti aspetti, una delle attività principali di ciascuna nazione, allo scopo di affratellare i vari sports e di propagandare l’idea sportiva specie nei riguardi morali e sociali, in affiancamento sincero all’opera delle Federazioni Sportive sotto la tutela del C.O.N.I., per quanto riguarda particolarmente cavalleria, serietà e disciplina, e che a tavola si ravvivano le amicizie e simpatie, si parla e si discute con più franchezza e cordialità, si eliminano spesso, dubbi, equivoci ed incomprensioni, e che lo sport deve unire gli individui ed i popoli in un unico ideale a prescindere da interessi particolari, dalle convinzioni politiche, dalle classi sociali e dall’età, SI PROPONE: Fondare una Associazione composta di un numero limitato di membri, in ogni città per ora almeno capoluogo di provincia, subito a Venezia, fra qualche giorno nel Veneto o meglio nelle Tre Venezie, poi (prestissimo) in tutta Italia e successivamente, dopo un breve periodo di esperimento in Europa e nel Mondo”.[6]
Ai sette costituenti il Comitato promotore si aggiunsero altri 19 sportivi che firmarono l’atto costitutivo contribuendo a formare il nucleo dei “26” Soci fondatori. Dagli appunti di Viali, la sera del 12 giugno erano presenti 22 persone, mentre ne risultavano assenti giustificate 3 (Colussi, Masotti e Zanotti), quindi i fondatori, secondo Viali, sarebbero 25; il ventiseiesimo nome, non citato né fra i presenti, né fra gli assenti è Brandolini d’Adda (sembra, infatti, che questi avesse avuto un momento di “ripensamento”, per poi rientrare nei ranghi tanto da essere nominato nel primo Consiglio).
Soci Fondatori (25): Viali Mario (pentathlon moderno), Brugliera Salvatore (atletica leggera), Calore Tiziano (tennis), Cecchinato Angelo (ginnastica), Cedolini Angelo (pugilato), Chiesa Domenico (calcio), Coin Aristide (ciclismo), Colussi Aldo (atletica leggera), De Marzi Pietro (impianti sportivi), De Poli Guido (atletica leggera), De Zottis Egidio (vela), Donadoni Carlo (pallacanestro), Foscari Lodovico (nuoto), Foscari Paolo (motociclismo), Guglielmi Guglielmo (vela), Heinz Alberto (ginnastica), Marini Antenore (golf), Masotti Costantino (scherma), Pavanello Luigi (arbitri), Pettinelli Orazio (pesca sportiva), Querci della Rovere Aldo (medici sportivi), Ravà Gino (sport invernali), Scalabrin Antonio (cronometristi), Vandelli Alfonso (alpinismo), Zanotti Mario (scherma).
Mario Viali Il palazzo dove è nato il Panathlon
[1] Gli argomenti che si riferiscono al Panathlon International sono tratti dai volumi “40 nello sport” e “60 anni nello sport” di Carlo Alberto Magi. I due libri indagano e ripercorrono i primi sessant’anni di storia del Panathlon, grazie a documenti e testimonianze dirette dei protagonisti.
Le informazioni concernenti l’attività del Club di Venezia, del Multidistretto, del Distretto Italia e dei Governatori dell’Area 1 sono tratte e sintetizzate dall’archivio informatizzato del Club di Venezia e dal libro “60 anni per lo sport” edito, nel 2011, dal Club stesso.
[2] Dopo la fine della seconda guerra mondiale, lo sport comincia a svolgere un ruolo sempre più particolare nella vita sociale degli italiani. Il fenomeno sportivo si diffonde velocemente, attirando l’interesse sempre più crescente dei mezzi di comunicazione e del mondo economico. Il passaggio al professionismo è ormai inevitabile, con le conseguenze che ne derivano per il risultato ad ogni costo.
[3] Dall’aprile al giugno del 1951, molti furono gli incontri di preparazione, soprattutto per fissare i principi cardine da far propri e divulgare: al centro lo Sport, rigorosamente ispirato ai valori olimpici, quale strumento essenziale e necessario per contribuire alla formazione fisica, morale e spirituale dell’individuo, perseguendo l’intrecciarsi di relazioni umane ispirate alla fratellanza e alla pace fra i popoli.
[4] Il gruppo di sportivi che ruota intorno a Mario Viali e Domenico Chiesa, sente la necessità di riaffermare i valori aulici della pratica sportiva: lealtà e correttezza, lotta al doping, rispetto per l’avversario, fair play, sono alcuni degli scopi da perseguire e consolidare nel tessuto della società post bellica.
[5] Il 30 maggio 1951, il gruppo promotore inviava una lettera a un buon numero di sportivi veneziani, invitandoli alla riunione prevista per mercoledì 6 giugno alle ore 21,30 precise, a S. Fantin della Veste n. 2004 (sede del CONI), per informarli sulle caratteristiche e sugli scopi del costituendo club. Alla lettera viene allegata anche la bozza di statuto elaborata da Domenico Chiesa.
[6] La data del 12 giugno 1951, giorno in cui, alle 21.30, inizia la riunione, rimarrà la data ufficiale della fondazione.
Panathlon - Storia del Motto e del Distintivo
di Giuseppe Zambon
Con l’ultima puntata apparsa nel notiziario di settembre, abbiamo concluso la storia del Panathlon Venezia e di tutto il Movimento panathletico relativamente ai primi 60 anni di vita: infatti essa si è fermata al 2011. Il libro che stiamo predisponendo, che dovrebbe vedere la luce tra dicembre e gennaio, tratterà principalmente l’attività del Club nell’ultimo decennio nella quale, però, non mancheranno collegamenti con argomenti importanti relativi al Panathlon International, al Distretto Italia e all’Area 1. Tutto ciò nell’attesa di predisporre un testo completo che vorremmo uscisse nel 2026, in occasione del Settantacinquennale o, meglio, dei tre quarti di secolo del Movimento Panathletico.
Intanto, per aumentare le conoscenze della nostra Storia, abbiamo cercato di scoprire come e quando sia nata l’idea e la conseguente realizzazione del motto e del distintivo del Panathlon.
Andiamo per ordine di data.
22.06.1953 – Il Club di Venezia usa ancora il sottotitolo “Rotary degli Sportivi” e intesta le proprie veline con un semplice timbro dove sopra sta scritto Panathlon Club (senza specificare di quale città si tratti) e sotto, appunto, “Rotary degli Sportivi”. La medesima dizione, spesso battuta con macchina da scrivere o stampigliata con timbro o realizzata completamente su carta intestata, viene usata anche dagli altri club italiani. In sintesi, quindi, fino al 1953, o meglio, fino alla costituzione del Panathlon Italiano, non si parla minimamente del motto.
21.11.1953 – Viene costituito il Panathlon italiano.
23.12.1953 – Il neoeletto Consiglio del Panathlon Italiano convoca una riunione per sabato 22 gennaio 1954 (che poi avrà luogo domenica 23 gennaio) nel cui Ordine del Giorno, al punto 7, viene citato: “Motto, Distintivo, Tessera, Insegna ufficiale”.
23.01.1954 – Nella riunione del Consiglio del Panathlon Italiano viene deliberato di chiedere a tutti i Club di suggerire un motto entro il 28 febbraio 1954.
28.02.1954 – Viene stampato a Venezia il Primo Annuario del Panathlon Italiano nel quale compaiono i nomi dei 10 Club costituiti a tutto il 28 febbraio 1954 (Brescia, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sondrio, Venezia e Vicenza, oltre a Lugano, primo Club estero). Alla data indicata, non risulta ancore fosse stato definito alcun distintivo, mentre, invece, all’interno di detto Annuario, figurano, sotto la voce motti proposti: “VirtuteVirtus” e “FortesVirtuteIungit” che forse erano gli unici fino ad allora pervenuti o, più semplicemente, quelli di origine veneziana.
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19.06.1954 – Achille Bosisio, noto avvocato veneziano e socio del Club, scrive una lunga lettera a Viali per commentare alcuni motti proposti. Trova molto valido “FortesVirtuteIungit”; scarta la proposta di “Sport Iungit”, definendolo ibrido. Aggiunge una propria proposta “di Oraziana memoria”: “FortescreanturFortibus”. Da come scrive, sembra che il ritardo nella definizione del motto sia imputabile alle non ancora pervenute proposte da parte del Club d Genova.
Fino all’ottobre 1954, a livello nazionale, non si fa riferimento, però, ad alcun motto.
15.11.1954 - In una lettera inviata dal Club di Venezia alla Gazzetta dello Sport, si vede aggiunto, dattiloscritto nell’angolo in alto a sinistra, il motto “LudisIungit” e nel testo della stessa troviamo: “Il Consiglio Direttivo del Panathlon Club Venezia, nella sua ultima riunione, in omaggio alle finalità sociali espresse in modo altamente umano dal motto recentemente adottato “Ludisiungit” ha ….”.
18.11.1954 – Il Panathlon Italiano, a un anno dalla sua costituzione, su propria carta intestata, nel contattare i vari Club, fa apparire il motto “LudisIungit” e nella medesima lettera dichiara che “per chi ne faccia richiesta, è in distribuzione il distintivo”. La riprova si ha in un libretto edito dal Club di Milano nel quale sono riportate le “Conferenze Sportive 1954”; in esso appare per la prima volta il logo con all’interno, appunto, il motto “LudisIungit”.
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Forse, quello riportato nella foto non è il primo distintivo creato dal Panathlon Italiano, ma visto che era stato utilizzato nel convegno di Firenze del 13-15 ottobre 1956 (quindi circa due anni dopo l’annuncio citato) abbiamo la convinzione che esso esprima quantomeno l’impianto di base.
Purtroppo non si è trovata una traccia ufficiale per poter attribuire una paternità certa al Motto e al distintivo. Relativamente al motto, però, avendo avuto modo di conoscere, attraverso i suoi scritti, il carattere di Viali, certamente vulcanico e che voleva tutto e subito, possiamo azzardare l’ipotesi che vari soci veneziani siano stati sollecitati a proporre un motto che potesse sintetizzare l’azione del Panathlon e che, quindi, fra questi, Foscari o Bosisio possano aver dato lo spunto risolutivo.
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Come si può notare, nella copertina delle citate “Conferenze Sportive 1954”, o meglio ancora in una cartolina postale del 1980, all’interno del corpo circolare che compone il distintivo, appare, in alto, la scritta Panathlon e, in basso, il motto LudisIungit. E tale composizione grafica durerà fino al 2001. Infatti proprio in occasione del Cinquantenario di Venezia, è stato il grafico Giorgio Pescolderung (al quale ci si era rivolti per predisporre carta intestata, locandine, striscioni ed altro materiale per l’evento) a ravvisare la necessità di un logo più conciso ed espressivo. Veniva così deciso di lasciare all’interno del campo circolare soltanto la scritta Panathlon International (con Panathlon in alto e International in basso), mentre, all’esterno, alla base del cerchio veniva riportato il motto. E questa è la versione attuale utilizzata da tutti i Club.
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LUDIS IUNGIT
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